Nazionale

Staffetta della cittadinanza: riflettori sul diritto allo sport

Anche l'Uisp, con il presidente Vincenzo Manco, ha partecipato all'incontro live promosso da ActionAid. Ecco il report del webinar

 

Da venerdì 6 novembre, con cadenza bisettimanale, attiviste, attivisti e associazioni della rete per la cittadinanza saranno “virtualmente” in piazza a Montecitorio con degli eventi online organizzati da ActionAid con lo scopo di spronare i politici a costruire una road map per la riforma della cittadinanza.

Nella quarta e ultima puntata della “Staffetta per la cittadinanza” del 2020 è stata affrontata la necessità di ottenere una riforma sul mondo dello sport, attraverso le esperienze e le battaglie di alcuni/e ospiti. Presenti all’incontro sono stati: Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, Michela Tuozzo, Università Federico II Napoli e dott.ssa in Giurisprudenza e Sirine Charaabi, pugilessa.

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Ad aprire la diretta è stata la pugilessa Sirine Charaabi la quale ha raccontato la sua personale esperienza nel nostro Paese. “Sono un’atleta a livello agonistico, da quando ho 5 anni pratico questo sport. Sono arrivata in Italia quando avevo un anno e mezzo e non mi è stata mai riconosciuta la cittadinanza sia per meriti sportivi che per via individuale. Sto ancora aspettando infatti una risposta da quando ho fatto la richiesta a 18 anni. Aspettare quel momento è come togliere l’ambizione all’atleta che vede precluse alcune possibilità come la Nazionale”. Charaabi ha cercato di smuovere l’ambiente sportivo su questa problematica attraverso una petizione. “L’iniziativa ha creato diverso interesse nei giornalisti che mi hanno dato voce. Ho parlato da molte parti e raccolto molte interviste. Dopo due anni, però, tutto quel rumore non è servito a nulla e io mi ritrovo a 21 anni ancora senza cittadinanza”. Sirine crede ancora a quel sogno della cittadinanza e di poter gareggiare con la maglia azzurra e lancia un appello ai suoi colleghi. “Lo sport italiano è pronto a questa nuova riforma e noi sportivi, che inseguiamo la cittadinanza, possiamo cambiare questo punto di vista e aprire nuovi orizzonti”.

Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, ha sottolineato l’importanza della cultura antirazzista, elemento centrale e perseguito dall’associazione. “La Uisp è un ente di promozione sportiva e associazione di promozione sociale. Da due anni, attraverso alcune iniziative come i Mondiali Antirazzisti, che sono entrati a far parte di un calendario nazionale che abbiamo chiamato Almanacco delle iniziative antirazziste Uisp, cerchiamo di diffondere una cultura contro discriminazioni e pregiudizi. Con Unar e Lunaria, nel luglio scorso, abbiamo lanciato l'Osservatorio contro le discriminazioni nello sport".

"Costantemente nell’azione quotidiana cerchiamo di sollecitare le istituzioni - ha proseguito Manco -  ma questo Paese è ancora timido nel riconoscimento della cittadinanza. C’è un percorso di emancipazione culturale su cui bisogna spendere ancora tantissimo impegno per poterlo superare”. Qualche risultato è arrivato attraverso alcune pressioni da parte dell’Uisp e di altre associazioni, ma sono segnali ancora insufficienti per il riconoscimento di cittadinanza a tutti e tutte.

“La strada non è lunghissima ma c’è ancora da fare ed è necessario un confronto diretto e constate con i legislatori che dovranno dare risposte a queste aspettative”. La Uisp è stata protagonista sul campo di esperienze andate a buon fine, come l’iniziativa del domicilio sportivo. Promossa insieme a Liberi Nantes e UNHCR, il progetto portato avanti ha permesso alla squadra di calcio l’accesso al calcio dilettantistico per i richiedenti asilo. “Questa è stata una buona pratica che ha dimostrato come le azioni dell’Uisp e delle altre associazioni possano portare a risultati. Le nostre iniziative sono sempre inclusive, tese a permettere a tutte le persone di esercitare il diritto allo sport”. Alcuni atleti nel corso degli anni hanno creato, attraverso il loro coraggio, un grande effetto trainante. Se usato nel piano culturale, questo diventa una forma di pressione. Ma non basta per Vincenzo Manco: “Gli atleti professionisti devono essere un esempio, ma chiedo ad altre forze sociali e associazioni di fare pressione al Governo per poter illuminare le piccole esperienze del territorio perché spesso è proprio lì che affiorano pratiche nelle quali i diritti di uguaglianza e l'inclusione diventano concreti"

L’ultimo intervento è stato di Michela Tuozzo, dott.ssa in Giurisprudenza nell’Università Federico II Napoli. “Ho partecipato al progetto Direct di ActionAid che ha come obiettivo quello di promuovere l’inclusione sociale attraverso lo sport. Fino al 2016 è mancata una normativa minima sul tesseramento dei minori stranieri. Da quell’anno in poi c’è stato un intervento importante come lo ius soli sportivo che ha avuto un doppio risultato. Se da una parte aveva prodotto un impatto, dall’altro ha prodotto anche delle discriminazioni. L’esperienza con ActionAid è stata importante perché non ha avuto solo una funzione divulgativa, ma è stato un confronto tra familiari, addetti ai lavori, giovani e associazioni per poter aggiungere ai tavoli istituzionali discipline specifiche per trovare soluzione inclusive con le istituzioni”. (a cura di Sergio Pannocchia)

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